sabato 21 settembre 2013

Muse - The Second Law


Salve! Eccomi con la prima recensione, mix tra descrizione, spiegazione e considerazione personale, dell'ultimo album della rockband britannica "Muse", dal titolo "The 2nd Law", in giro per le orecchie di tutti ormai da un annetto.


Premessa. La musica degli attuali Muse è diventata fondamentalmente commerciale e ciò che ora possono darci è ben distante dalla rabbia graffiante che tanto c'aveva fatto innamorare di loro. Ho notato che il loro "declino" o semplice "cambiamento" è stato accompagnato dalla crescita di popolarità, anche grazie alla saga di Twilight,essendo stati ispiratori per la Meyer e collaboratori ufficiali per i film. Restano tra i miei gruppi preferiti ma ora li classifico come "leggeri" e "da tutti i giorni". Bando alle ciance.

Il sesto album in studio di Bellamy, Howard e Wolstenholme consta di 13 tracce, esce il 1° Ottobre 2012, ma i segugi,soprattutto i fedeli praticanti di Virgin Radio (ma non solo), hanno già potuto saggiare la curiosa anteprima fatta da "Survival", sì la canzone ufficiale delle Olimpiadi di Londra 2012, uscita il 27 Giugno 2012, e da "Madness", sì il pezzo punto interrogativo, per chi,come me, s'è fatto l'orecchio con i "Muse-vecchiascuola-okc'homessounpo'perdigerireResistance", uscita il 20 Agosto 2012.
L'album è attualmente in virale e graduale diffusione radiofonica tramite le pillole "Follow me", "Supremacy" e "Panic Station", pubblicate tra dicembre e maggio.

La sgargiante-neon-copertina, come ha spiegato la band, è una fotografia del cervello umano, rappresentato da "The Human Connectome Project" : 





L'immagine mostra una serie di impulsi colorati che navigano tra le connessioni del cervello. Ed è il cervello umano, o meglio il suo fotonico meccanismo, palese nei pezzi finali dubstep, uno dei temi toccati e trasformati in musica.
COSA???


Sì, dubstep, elettronica, altra espressione del cambio di rotta della band, restando sempre alternativa, ma questa volta più "mignolocolprof-sperimentazione-perchésiamorimastiaffascinatidauncertoSkrillexchehafattobruttoalconcertoacuisiamoandati-inpiùcisiamoricordatideglianni'80-eunpo'cabbiamomessodelnostroperchécomesempresiamofissaticonuntemaumano-scientificocheglialtrinonsisognanoditrattare".
Non s'è capito niente? Andiamo con ordine.

Partiamo dal titolo: "The Second Law", ovvero "La seconda legge della termodinamica". (Poesie d'amore o lamentele struggenti proprio no eh?)
Essa, come ossessivamente ripetuto e spiegato dalla voce di un'ipotetica scienziata intercambiabile con un robot,tipo possessione demoniaca, presente in "Unsustainable" e "Isolated System", recita: "in un sistema isolato, l'entropia può solo aumentare o rimanere inalterata".
Cosa significa? In parole povere, che il disordine del nostro pianeta è destinato a mandarci tutti in rovina, siamo bloccati in una bolla di casini umani, creati dagli umani stessi, i pochi, i potenti. E' infatti, secondo me, un album di "denuncia sofisticata", ancora rivolto al sistema mondiale, a parer loro palesemente corrotto e cospiratore di disastri, come anche esternato in "The Resistance" con "Uprising", "Resistance", "United States of Eurasia" (connessioni inesorabili a 1984 di Orwell) ed "MK Ultra" (ipotizzo influenzato da "Brave New World" di Huxley ed altre letture più recenti sul controllo mentale delle masse da parte dei potenti).

L'attacco al sistema è presente già da "Supremacy" con le direttissime parole:

"Ti svegli e scopri che 
la tua vera emancipazione è una fantasia 
Tutti i mari si sono sollevati 
e hanno sopraffatto i più coraggiosi 

La grandezza muore, ignorata e perduta, 
invisibile alla storia. 
Spie ben inserite che fanno il lavaggio del cervello 

ai nostri figli affinché siano meschini. "

L'atmosfera di ribellione viene creata con archi belligeranti che si fondono ad una base rock incalzante e decisa, simile ad una marcia di soldati, il modo di cantarla è tipicamente "muse-iano", con il Bellamy che si dimena tra le sue luuuuunghe note ed acuti anch'essi lunghi ma taglienti. Voto: 7/10. Track con climax dal preparatorio all' arrabbiato sì, ma di classe.

Peccato che il primo pezzo finisca "appeso", come a preparare una guerra che sta per scoppiare inesorabilmente, e poi, fuori dall'aria d'attacco spicchi la seconda traccia a tema amoroso, in cui non credo siano nascosti particolari significati: "Madness". Appena ascoltata non potevo crederci ed ho urlato alla "cagata clamorosa": "IO VI DISCONOSCO" ! Poi mi sono calmata,ma continuo a schifare questo pezzo, trovo banale rappresentare la "follia" con un balbettante "ma-ma-ma-ma-ma-madness" su uno sfondo synth, talmente casuale che ben poco ha a che fare con i Muse che conoscevo. Clamoroso anche l'aver appiccicato una specie di assolo di chitarra che poco c'azzecca e tra l'altro davvero brutto. Il romantico testo può far piacere come dedica alle pulzelle sulle nuvole come me, ma davvero, se volete dedicarla, piuttosto leggetela e non cantatela. Voto: 3/10. Track shockante.

Arriva "Panic Station" e prima di tutto mi chiedo ok siamo al terzo pezzo, quand'è che scoppia la guerra annunciata in "Supremacy"? Dopo un primo ascolto spiazzante, ho trovato questo pezzo davvero sfizioso: ricorda "Another one bites the dust" nello stile e nella leggerezza, o perché no, gli INXS. Hanno voluto fare un tributo agli anni '80 a modo loro? Va bene! Loro possono. 
Il tema non è più l'avversione al sistema ma vira sul cervello: raccontare e risolvere i meccanismi umani d'ansia e di panico tramite una melodia allegra che sdrammatizzi un tema abbastanza pesante come la paura di agire ed il sentirsene intrappolato:

"Non ti avvicinerai molto 
finchè non sacrificherai tutto ciò che hai 
Non arriverai ad assaggiarlo 
se hai la faccia contro il muro 

Alzati e impegnati 
Mostra il potere intrappolato dentro di te 
Fai quello che vuoi fare 
E adesso sollevati e comincia 

I dubbi cercheranno di spezzarti 
Scatena il tuo cuore e la tua anima 
I problemi ti circonderanno 
Inizia a prenderne il controllo 

Sollevati e dai libero sfogo 
alla tua fantasia più selvaggia 
Fai quello che cazzo vuoi 

Non c’è nessuno che ti placherà " 

Voto: 7,5/10. Track consigliata e ballabile se vuoi "fare lo scemo" o lasciarti andare.

La traccia 4, "Prelude", serve per allungare il brodo e meglio preparare la strada alla improvvisa e cadenzata "Survival", per quanto mi riguarda azzeccatissima per l'occasione olimpionica, gasante e personalmente utilissima quando ancora mi dilettavo nella corsa.Come si dice dalle mie parti: "pompa", soprattutto quando musica e voci esplodono trionfalmente negli acuti e nei forti, enfatici. Il testo è molto riflessivo ed è ciò che il cervello di uno sportivo in competizione sicuramente pensa prima di ogni evento di vitale importanza per lui: l' uno contro tutti. "Se vinco sono riconosciuto a livello continentale o mondiale. Se non riesco neanche a salire sul podio, probabilmente con gli anni migliorerò, ma questa volta non sono stato all'altezza." Voto: 8,5/10. Adrenalinico. O lo si odia o lo si ama. Spesso odiato dai più pignoli. I comuni mortali come me si gasano.

Non spenderò troppe parole sulla sesta traccia, "Follow me", davvero troppo..."troppo" per le mie orecchie. Musica incommentabile. Testo disarmante e monotono. Oh Muse, dove siete? Davvero, ispirateli di più 'sti poverini. Se vuoi invogliarmi a seguirti non farlo con questa canzone: al massimo ti becchi un calcio nei denti. Voto: 4/10. Orecchiabile, certo, per i tunzettari paninari rimorchioni delle discoteche di Riccione.

4 minuti e 23 secondi di goduria allo stato puro per "Animals", quello che da subito ho ritenuto il master piece,il fulcro, la pepita, ma che dico pepita, lingotto d'oro dell' intero album: musica che si sposa perfettamente con le intenzioni di un testo arguto, diretto, sprezzante che ha il suo culmine nell'ultima frase: "Ucciditi, che ci fai un favore".
Inizia con una triste tastiera che subito ci cala nel mood della ribellione annunciata dal primo pezzo e finalmente palesata. Non è una ribellione epica, ma corrosiva come un tarlo.Così come un popolo maltrattato, come prima reazione ad un sopruso, si rattrista e malamente si adatta, la musica parte malinconica, ma calma.
"Animale, sei niente meno che un animale". Mica poco! La battuta "loop" delle tristi tastiere rimanda a quei pensieri  che a ripetizione vengono eseguiti nel nostro cervello fin quando arriviamo a non poterne più e ad esplodere anche nella più cruda delle reazioni. Per un popolo maltrattato si può pensare a tutto ciò che cova collettivamente prima di arrivare alla rivolta violenta. Ed è così che avanza la musica con una batteria d'accompagnamento ed una sporadica chitarra. Dopo aver sarcasticamente suggerito ai potenti di comprarsi un'isola o perché no un intero oceano, usando i modi economici più subdoli, creando leggi a loro favore, calpestando ogni competizione e arricchendosi fino all'inverosimile a discapito dei più poveri, la musica si arrabbia ed il popolo esplode nella rivolta: la chitarra si inserisce definitivamente e si fa spazio dopo ogni frase cantata,ancora decisamente calma;ma a poco più di metà pezzo il ritmo cambia, il popolo non ce la fa più, allo stesso modo degli strumenti: la batteria cospira ed esplode nella rabbia insieme ad un bellissimo (perché espressivo, anche se tecnicamente facile) assolo di chitarra. Bellamy e controvoce armonizzano il già citato invito ad uccidersi rivolto agli "animali".Questa volta è il popolo a cantar vittoria: la musica si mescola a voci di rivolta e a quanto sembra sopraffanno, almeno idealmente in una canzone, gli stronzi della situazione. Una perfetta rappresentazione del climax ascendente e travolgente del pezzo è stata egregiamente descritta nel video realizzato da Inês Freitas e Miguel Mendes, vincitori del contest lanciato su Genero.tv dalla band inglese: 


Visione vivamente consigliata perché particolarmente rappresentativa.
Concludendo: finalmente un pezzo rock, un pezzo dei Muse d'una volta. Voto: 9,5/10. Intenso musicalmente ed intriso di significato.

Abbastanza anonima la soave "Explorers". Ritorna il tema della speranza, continuando il discorso della pessima "Follow me". Se in quest'ultima veniva detto "Seguimi, che ti salvo", nell'altra l'aiuto viene richiesto e non offerto. Il ritornello recita, infatti, "Free me": "liberami da questo mondo, non vi appartengo, è stato un errore imprigionare qui la mia anima". A tratti poetico, ma nulla di trascendentale. Senza infamia e senza lode. Gli accordi della base (perché non è niente più che una base piatta) rimandano alla precedente "Invincible". Voto 5,5/10. Da ascoltare la parte corale se ci si sente particolarmente insani ma leggiadri, magari nel periodo di Natale, insieme alla vecchia "Soldier's Poem" (che reputo nettamente superiore in fatto d'espressività, ma pur sempre natalizia ).

"Big Freeze", il pezzo in cui a parere mio musica e testo non sono allo stesso livello, ritornello a parte, che trovo piacevole anche musicalmente perché tipicamente "muse-iano". Inizio molto spiacevole con quell'atmosfera hawaiiana purtroppo presente anche nel ritornello e che ben poco ha a che fare con una "grande gelata". La leggera spinta energetica di metà pezzo migliora leggermente le cose rendendo le strofe successive meno bestemmiabili. Primo assolo di chitarra poco espressivo, leggermente migliore il secondo, forse perché velato. Discorso a parte va fatto per il testo: due superstiti di una battaglia persa si ritrovano e cercano di creare insieme un rifugio accogliente fatto di umane sensazioni che sfuggono alla grande gelata in arrivo, dopo aver dovuto "espellere la bontà dai nostri cuori" durante la lotta. Viene implorato l'ascolto, la resistenza, l'aggrapparsi l'un l'altro: "hear me", "feel me", "fight","don’t let the sun in your heart decay,
don’t give up, don’t let the magic leave us, we’re collapsing in stellar clouds of gas."("stiamo collassando in nuvole di gas interstellari", come se si stessero dissolvendo in polvere astrale nella vastità dell'universo, diventando,quindi rarefatti ed evanescenti). Voto: 6/10. Non vi sorprenderà.

Poche parole per i 5 minuti e rotti della pedante melassa ninna-nannica "Save me", il primo dei due pezzi composti dal bassista. Tema, a questo punto ridondante, del salvataggio, affrontato nel testo molto simile a quello di "Explorers". Voto: 5/10. Non vedrete l'ora che finisca, a meno che non soffriate di insonnia o vogliate cantarla ai vostri pargoli in nottate capricciose.

Discorso a parte va fatto per il secondo pezzo del bassista: "Liquid State" che sicuramente colpisce per l'aggressività iniziale fin'ora assente nel resto dell'album, tanto che immaginavo un ritornello davvero sull' heavy. Ma la dolce e pulita voce di Wolstenholme non si sposa con le mie speranze. Devo dire, però, che non rovina eccessivamente la grinta delle strofe. E' questo il caso di un discreto equilibrio tra grinta e calma, dal mio punto di vista comunque evitabile. Una volta che s'incazzano sul serio, che lo facciano fino infondo!
Ho un personale debole per la chitarra effettata così. Sperimentazione pseudo-metal per i Muse, complessivamente discreta, per essere la prima volta. Testo implorante anche in questo caso, ma di livello superiore ai precedenti. Lo riporto perché merita, e perché ormai il post è già superlungo :P

"Portami a fare un giro, fammi a pezzi e ruba ciò che mi è rimasto dentro
E spera e prega che l’ingiustizia sia morta dentro e abbia lasciato una cicatrice
Sono in allarme rosso
Portami la pace e lava via la mia sporcizia
Fammi girare e aiutami a deviare
E a camminare verso la luce
Scalda il mio cuore stanotte
E sorreggimi la testa con forza
E aiutami a sopravvivere
Dammi un calcio  quando sono giù
Nutri con ciò che per me è veleno finché non affogo
Svegliami prima che venga buttato fuori e ricada nella notte

Scalda il mio cuore stanotte
(costringimi a perdere il controllo)
Sorreggimi la testa con forza
(guardami mentre perdo l’anima)
Aiutami a sopravvivere

(spingimi fino a farmi cadere)"

Voto: 7,5/10. Nulla di complicato. Carino.

La penultima traccia è quella tra il trionfale e il dubstep (di cui non ci capisco nulla) ed è stata ispirata da un certo Skrillex, famoso esponente del genere. Viene spiegata la faccenda dell'entropia da una voce robotica: "Unsustainable". La crescita infinita delle economie è insostenibile, quindi un giorno le leggi della termodinamica porranno dei limiti all'innovazione, in quanto se non viene aggiunta energia dall'esterno, quella posseduta dal nostro pianeta è in dispersione, poiché si può creare energia solo da energia di più alto livello e questa è ovviamente non infinita. Voto: ?/10. It's a kind of weird!!! Non lo reputo un pezzo musicale. Senza alcuna cattiveria, ma non so davvero giudicare roba così spinta ed elettronica. Peccato per i violini "piè veloci" che creano un po' d'ansia preparatoria a ciò che dice la tipa.

L'ultima traccia, "Isolated System", non mi dispiace. Apprezzo l'ossessivo loop della melodia ansiogena........per i primi 30 secondi, ma poi basta! L'effetto ipnosi, però, riesce! Si passa per un po' di tunzeria, voci sovrapposte (per simulare l'entropia?) e quindi soporifere, o fastidiose, infine per un coro di sirene ammalianti. Ci si risveglia quando la tipa blatera di nuovo qualcosa sui sistemi isolati. Non capisco la necessità di ribadire insistentemente "In an isolated System" e chiudere in questo modo un album. Ma va beh. 6,5/10. Eclettica.Sicuramente ipnotica. Quasi della serie "E che c'azzecca?!"

Il mio voto finale per l'intero album è comunque 7,nonostante la media aritmetica suggerisca un 6.3 xD, ma se non ci fosse stata "Animals" sarebbe stato davvero troppo eterogeneo per essere giudicato passabile, ed avrebbe meritato un 5 per la confusione che lascia all'ascoltatore.

Ok il post è lunghissimo e me ne scuso, ma se siete arrivati fin qui vi invito a lasciare un commento su quello che voi pensate dell'album, qualora lo abbiate già ascoltato! (Sempre nei limiti della buona educazione.) 

E se non l'avete fatto... cos'aspettate?

Alla prossima!

2 commenti: